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L’oro dei paralimpici

Gli atleti con abilità diverse hanno cambiato il racconto dello sport?

Tavola rotonda – Di cosa parliamo quando parliamo di sport paralimpico: il linguaggio dei media, tra retorica degli “speciali”, testimonial in pubblicità ed esperienza umana. Il successo dei campioni olimpici e l’impatto sul nostro immaginario. L’evoluzione delle regole, tra diritto a partecipare e valore della competizione.

Chairman

Armando Barone Copywriter e addetto stampa, per Blonk ha scritto il romanzo “Molecole” (2017) e con Alessandro Carvani Minetti “Voglio le Olimpiadi” (2021).

Alessandro Carvani Minetti Atleta della Nazionale italiana di paraduathlon e detentore del Record dell’Ora di paracycling categoria C3,ù

Ospiti

Claudio Gregori  Ha lavorato come giornalista a “Il Tempo” e a “Il Messaggero” di Roma, “Il Giornale” di Montanelli e dal 1986 al 2018 inviato della “Gazzetta dello Sport”. Ha seguito 13 Olimpiadi, 28 Giri d’Italia, 5 campionati del mondo di calcio e di atletica,10 campionati del mondo di nuoto, ciclismo e sci (sci alpino e fondo),… Ha lavorato per il Touring Club Italiano (Ciclismo e Guida dell’Oltrepo’). Ha collaborato alla Treccani (ciclismo, doping, cronometraggio).Ha scritto 20 libri. L’ultimo, appena uscito, “Storia dell’alpinismo – Le grandi sfide tra l’uomo e la montagna”


Matteo Pozzi Avvocato esperto in diritto sportivo presso lo studio FMS Tax & Law Firm sede di Milano. Docente della Scuola dello Sport CONI Lombardia e presso il Master in Diritto Sportivo e Lavoro Sportivo Università degli Studi di Milano Bicocca. Membro della Corte Federale d’Appello della Federazione Italiana Canotaggio a Sedile Fisso (FICSF).


Gian Luca Pasini  lavora alla Gazzetta dello Sport. A sei anni già sognava di fare il giornalista e incredibilmente ci è riuscito. Ha seguito la pallavolo fin da ragazzino, prima come tifoso e poi come cronista. Negli anni si è appassionato di vela, di sport invernali e di sport paralimpico, perché è esaltante raccontare i campioni e le finali olimpiche, quanto le storie di coloro che sono definiti “gli ultimi”. Sempre nella convinzione che lo sport è uno straordinario mezzo per conoscere nel profondo l’animo delle persone.